COMUNICATO STAMPA

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09/08/2006

La Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia (CNVG) propone un coordinamento nazionale per affrontare l’emergenza indulto

Roma, 9 agosto 2006 - La Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia (CNVG), attivamente coinvolta in tavoli ministeriali frettolosamente e tardivamente convocati, sostiene la proposta di creare un coordinamento nazionale, composto da rappresentanti istituzionali centrali e periferici, Volontariato e Terzo Settore, per far fronte all’emergenza indulto.
Lunedì 7 agosto, la CNVG ha partecipato a un incontro convocato dal Ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero con le parti sociali Cnca, Arci, Antigone, Federserd, Comunità Papa Giovanni XXIII, Seac, Gruppo Abele, Convol e altri.
Molti i problemi finiti sul tavolo del Ministro nell’intento di sollecitare le istituzioni a farsi carico di problematiche complesse che il Volontariato ed il Terzo Settore stanno affrontando, con uno sforzo che spesso viene vanificato da normative inadeguate o insufficienti, a cui si aggiunge il rallentamento stagionale se non la sospensione di certi servizi. Diversi i fronti su cu le parti chiedono d’intervenire e che interessano i Ministeri della Giustizia, degli Interni, della Salute, della Solidarietà Sociale.
All’Amministrazione Penitenziaria si chiede di agevolare l’opera dei volontari fornendo loro elenchi dei dimessi, con l’indicazione delle notizie essenziali riguardanti la loro condizione e i loro bisogni immediati
Gli Interni, attraverso le Prefetture, dovrebbero invece intervenire sui Servizi territoriali, per la presa in carico dei soggetti più bisognosi, valutando altresì la possibilità di concedere deroghe ai decreti di espulsione o comunque di procedere a rimpatri assistiti. Più complessa e lunga la revisione della attuale legge sull’immigrazione, che non lascia alcuno spazio al superamento di palesi incongruenze, come nel caso degli stranieri già beneficiari di misure alternative alla detenzione e positivamente inseriti in attività lavorative, improvvisamente declassati a clandestini da espellere.
Altro aspetto drammatico, che interessa la Sanità, è quello delle migliaia di ex detenuti tossicodipendenti in trattamento, a cui si aggiungono i sieropositivi e coloro che hanno patologie psichiatriche. In molti casi l’interruzione improvvisa delle terapie può causare danni seri ed è quindi indispensabile che queste persone siano avviate ai Sert e alle strutture sanitarie locali, superando i limiti della non residenza, per una presa in carico urgente che la legge comunque garantisce in casi gravi, arrivando a sospendere i decreti di espulsione per gli stranieri. Le comunità di accoglienza devono inoltre poter contare sul sostegno economico del pagamento delle rette da parte dello stato.
Soprattutto in certe grandi città, dove più è presente e attiva la rete delle comunità di accoglienza, queste problematiche sono state affrontate sin dal primo momento, come si è potuto, ma resta il fatto che siamo in piena estate e i Sert, di cui si chiede il potenziamento, lavorano invece a ranghi e orari ridotti.
Urge approntare, da qui a uno-due mesi, azioni e interventi per l’integrazione sociale delle persone scarcerate, con il coinvolgimento di enti locali, del volontariato e del terzo settore. In base alla legge 328 del 2000, Regioni e Comuni hanno la responsabilità di programmazione e operativa rispetto a persone che presentano disagi o problemi di inserimento sociale. Per fronteggiare tuttavia la straordinarietà degli interventi, una fonte di finanziamento aggiuntiva può essere individuata nella Cassa delle ammende.
Stanno anche emergendo problemi nei rapporti di lavoro di detenuti già in misura alternativa e dipendenti di cooperative sociali, a causa della cessazione delle agevolazioni fiscali. Sarebbe inoltre necessario un congruo rifinanziamento della legge Smuraglia n.193 del 2000 che prevede sgravi fiscali e contributivi per le imprese che assumono persone ex detenute (per i 6 mesi successivi alla fine della pena).
A fronte di questa grave e complessa situazione, la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia sostiene la proposta da più parti avanzata di creare un coordinamento nazionale, composto da rappresentanti istituzionali centrali e periferici, Volontariato e Terzo Settore, auspicando che d’ora in poi cessi la disastrosa abitudine di rincorrere le emergenze, almeno quando, come in questo caso, sono facilmente prevedibili.
 

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