NEWS/ARTICOLO

18/08/2014

Importate apertura del Ministro Andrea Orlando al Volontariato

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L’incontro avvenuto il 12 luglio scorso tra il Ministero della Giustizia e il cartello delle associazioni che formano il gruppo di lavoro "La certezza del recupero", evidenzia, da parte del Ministro Orlando, una lodevole attenzione non sempre verificatasi in alcuni precedenti mandati ministeriali, e segna una tappa importante in termini di riconoscimento e di apertura del dialogo collaborativo al fine dell’implemento delle risposte per la popolazione detenuta.
Pur dando atto al Ministero di un rapido cambio di passo verso l’attuazione di norme e pratiche per il miglioramento delle condizioni di vita dei penitenziari, è evidente quanto ancora resti da fare non solo in termini di metratura ma di condizioni di vivibilità negli istituti, di opportunità trattamentali e, in particolare, della carenza di risorse destinate al reinserimento ed alle misure alternative, per lo più delegate al volontariato che opera senza alcun sostegno economico e spesso con scarse possibilità di essere recepito a livello istituzionale come indispensabile componente per l’umanizzazione della pena.
Questo incontro sancisce quindi un riconoscimento anche politico del valore del Volontariato e della sua capacità di disegnare scenari. Esso, che da tempo aveva indicato le direttrici anche legislative verso le quali indirizzarsi per modificare l’inumana condizione carceraria, accoglie come sempre la sfida di costruire insieme un nuovo modello sociale, impegnandosi a fare la propria parte sino in fondo, ma indicando alcuni punti essenziali che dovranno essere affrontati, che riguardano il rapporto con le istituzioni, le modalità di sostegno, ed anche soluzioni legislative innovative che facciano emergere quelle potenzialità che restano ancora inespresse, talvolta a causa di difensivi arroccamenti istituzionali.
Le proposte espresse dal volontariato non divergono sostanzialmente da quanto già, normalmente, viene messo in pratica. Si tratterebbe di creare una sorta di task-force che preveda un reale censimento dei luoghi possibili di accoglienza, rivolti i particolare alle fasce di persone con minori possibilità presenti degli istituti, e dare loro un sostegno che permetta alle persone di uscire in una situazione tutelata e dignitosa.
Per sostenere una tale operazione sul piano nazionale, ed in generale lavorare celermente per la messa in regola del nostro sistema penitenziario, è però necessario che venga nominato con urgenza il Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. L’anno di tempo concesso dalla Cedu richiede rapidi passaggi e cambiamenti che necessitano di cabine di regia e di deciso governo del sistema, e questo anno potrebbe davvero essere l’occasione per una rivoluzione culturale in termini di costruzione di alternative al carcere e di rovesciamento dell’ottica di un trascorso politico che si è caratterizzato come una lunga stagione orientata al privilegiare l’allargamento delle risposte penali a scapito del sociale, i cui effetti sono immediatamente visibili a chiunque solchi il suolo degli istituti penitenziari.
Auspichiamo pertanto che la scelta di una così importante funzione si orienti nella direzione di chi, concretamente, si è battuto in questi anni per la soluzione di questo problema. L’urgenza della situazione delle carceri richiede che la questione non sia ulteriormente rimandata; perché rimandare significa aggiungere altri capitoli alla sofferenza del sistema, insistere nelle tragedie che quotidianamente si consumano nelle nostre carceri.
L’auspicio è quindi che la nomina si configuri individuando chi, tra i possibili candidati, esprima una forte motivazione, espressa sia sul piano dei contributi teorici che agita nella pratica, allo soluzione dei problemi carcerari. Una persona, quindi che in questi anni abbia contribuito alla formazione del dibattito sulla dignità della pena e della sua espiazione, partecipando in prima persona alla costruzione di proposte di leggi e innovazioni fondamentali per le riforme penitenziarie e per le misura alternative, ma anche sui temi relativi all’immigrazione alle tossicodipendenze, agli Opg, ed in generale a possibili linee di ridisegno per un nuovo codice penale. Che, nel contempo, porga ascolto anche alle istanze del volontariato e della cittadinanza nel suo complesso. E che abbia profonda conoscenza del sistema carcere.
Il percorso proposto dal cartello riteniamo sia l’unico che consente di superare la sicurezza apparente di un carcere inteso soltanto come contenimento, a favore di un carcere in cui la sicurezza si raggiunga attraverso la responsabilizzazione, il dare fiducia alle persone e l’effettivo recupero attraverso risorse interne a disposizione, ora estremamente carenti a cominciare dal lavoro.
E la progressione verso l’esterno postula e necessita l’applicazione di un altro principio costituzionale fondamentale, quello di prossimità e di sussidiarietà, introdotto esplicitamente dall’art. 118 della Costituzione, nel testo vigente: sia la sussidiarietà verticale e istituzionale, unitamente alla differenziazione e adeguatezza, con il coinvolgimento degli enti locali e delle regioni; sia quella orizzontale e sociale, con il coinvolgimento del c.d. terzo settore e del volontariato.
A tal fine il volontariato ribadisce il proprio compito, il proprio diritto ad attuare concretamente l’ultimo comma dell’articolo 118 Cost. ("l’autonoma iniziativa dei cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà"), principio che spesso è stato rimarcato dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, al quale va la nostra gratitudine per la sua costante attenzione al nostro mondo.
La sussidiarietà, nella sua duplice articolazione istituzionale e sociale, è indispensabile per realizzare un quadro effettivo ed efficace di misure alternative ed una loro accessibilità a tutti: anche ai clandestini ed agli emarginati senza famiglia e senza protezione, persone di cui, da sempre, il Volontariato si occupa.

Elisabetta Laganà
Presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia





 

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