NEWS/ARTICOLO

08/12/2019

Nasce un coordinamento "Per una cultura costituzionale dell’esecuzione penale"

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di Ornella Favero*

Le Camere penali avevano indetto il 9 luglio un’astensione dalle udienze culminata in una manifestazione a Napoli dal titolo "Emergenza carcere: riportare l’esecuzione penale nella legalità costituzionale".
In quell’occasione la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, da me rappresentata in qualità di presidente, era intervenuta e aveva poi scritto e pubblicato una lettera aperta con l’invito ad abbandonare la logica della "competizione sul mercato del bene" e la proposta di lavorare insieme superando inutili e pericolose divisioni.

Il 23 novembre, con lo stesso spirito di quell’invito, Glauco Giostra, ordinario di procedura penale all'Università di Roma La Sapienza e presidente della Commissione che ha elaborato, la scorsa legislatura, una riforma dell'Ordinamento penitenziario rimasta, in buona parte, sulla carta, ha convocato a Roma associazioni e realtà impegnate sui temi delle pene, del carcere e del rispetto dell’articolo 27 della Costituzione, con lo scopo di costruire un coordinamento "per una cultura costituzionale dell’esecuzione penale".

In quell’occasione la proposta della Conferenza è stata che ogni realtà si muova inizialmente su due punti chiave per costruire una opportunità nuova di lavorare insieme:
- mettere a disposizione la propria competenza negli ambiti che ognuno conosce meglio, che per noi della Conferenza sono la qualità della vita detentiva, i percorsi di reinserimento nella comunità, la sensibilizzazione delle scuole, l’informazione e la formazione dei giornalisti, e anche una ricca esperienza su tutto quello che ha a che fare con l’ergastolo, e i circuiti di Alta Sicurezza, anche alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale
- chiedere a nostra volta al Coordinamento (docenti universitari, camere penali, magistrati, associazioni) che ognuno, per la sua competenza, contribuisca a mettere a disposizione di tutti la "cassetta degli attrezzi" per lavorare in modo più efficace, quindi statistiche, ricerche, conoscenze scientifiche, sentenze, pareri di avvocati e magistrati. Valorizziamo conoscenze, cultura, idee, che è quanto di più rivoluzionario ci sia in tempi in cui il potere spesso è in mano a dei "dilettanti allo sbaraglio". Ma facciamolo insieme, cosa che non avviene oggi perché ognuno ha da difendere la sua "visibilità". Per questo la Conferenza è favorevole alla scelta che siano soprattutto i docenti universitari ad avere il ruolo di promuovere questo Coordinamento, e di farlo diventare un motore di iniziative per riportare il rispetto della Costituzione nelle carceri e sul territorio. Un esempio concreto dell’urgenza di condividere risorse e competenze? La sentenza della Corte Costituzionale relativa all’ergastolo ostativo ha acceso speranze in persone, che sono in carcere da venti-trent’anni e più, ma le motivazioni della sentenza poi, quando parlano di "acquisizione di elementi che escludono non solo la permanenza di collegamenti con la criminalità organizzata, ma altresì il pericolo di un loro ripristino" ci fanno capire che se non si affronta il complesso tema delle informative delle procure antimafia, delle declassificazioni dai circuiti di Alta Sicurezza, di possibili forme di dissociazione, le persone detenute e i loro famigliari (ricordiamo che nei circuiti di Alta Sicurezza sono chiusi più di 9000 detenuti) ripiomberanno in una disperazione che molto ha a che fare con quei trattamenti "contrari al senso di umanità" di cui parla la Costituzione relativamente alle pene.

Ma servono anche dei passi da fare subito, che riguardano le condizioni detentive in presenza di un sovraffollamento a livelli di guardia, il momento è così difficile che non possiamo permetterci il lusso di aspettare di avere una organizzazione adeguata prima di iniziare a proporre delle iniziative che ci coinvolgano tutti. La nostra proposta è di avere degli obiettivi comuni sul terreno della qualità della vita detentiva, che non richiedano cambiamenti legislativi né grandi risorse economiche, un esempio può essere la piattaforma sugli affetti elaborata dalla Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia sulla base della sua conoscenza diretta e approfondita dei diversi istituti penitenziari e di come al loro interno viene rispettata o meno la Costituzione.
Tutte le realtà presenti a Roma, alla Sapienza, il 23 novembre si sono dette favorevoli a promuovere questo Coordinamento, a definirne meglio gli obiettivi, a pensare alle prime iniziative comuni, a dargli visibilità attraverso un portale Internet, la cui realizzazione dovrebbe essere affidata prevalentemente all’Università La Sapienza. E tutte hanno avvertito l'esigenza di coinvolgere altre realtà aventi ugualmente a cuore la necessità di impegnarsi insieme per dare nuovo impulso alla finalità rieducativa della pena.

Realtà presenti il 23 Novembre a Roma, alla Sapienza: Antigone, Comunità di Sant'Egidio, Collegio del Garante Nazionale delle persone private della libertà, Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, Coordinamento Nazionale Magistrati di Sorveglianza, L'Altro Diritto, Nessuno Tocchi Caino, Osservatorio Carcere Unione Camere Penali, Radio Carcere, Ristretti Orizzonti.

*Presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia





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